Fatti interessanti sull'Algeria

Fatti interessanti sull'Algeria

L'Algeria, il gigante del Nord Africa, è piena di sorprese. È il paese più grande dell'Africa (2,38 milioni di km²), eppure oltre l'80% del suo territorio è costituito dal Sahara. Algeri, la capitale, si affaccia su una baia del Mediterraneo ed è soprannominata "La Città Bianca". Antichi imperi hanno lasciato rovine romane, berbere e ottomane, dai teatri di Timgad ai vicoli della Casbah. Il Sahara non è solo dune: nel 2018 ha persino visto la neve. La modernità dell'Algeria è sorprendente: quasi tutti i suoi 48 milioni di abitanti sono arabi-berberi musulmani, ma molti parlano francese. Il piatto nazionale è il sostanzioso couscous e il tè alla menta è cultura. Ricca di petrolio e gas, l'Algeria finanzia progetti ambiziosi, eppure i suoi giovani faticano ancora a trovare lavoro. Eppure la sua storia, la sua cucina e le sue usanze – dai datteri nomadi alla vita nei caffè cittadini – rendono l'Algeria infinitamente affascinante.

L'Algeria è una terra di superlativi e sorprese, la vasta distesa assolata conosciuta come il gigante africano. Con i suoi 2.381.741 chilometri quadrati, l'Algeria è il paese più grande del continente africano e il decimo al mondo. Il suo nome evoca il deserto del Sahara: oltre l'80% del territorio algerino è ricoperto da deserto. Eppure, la storia della nazione si estende dagli antichi re alle rivoluzioni moderne, dalle cime innevate alle coste tropicali. Questa guida svela i molteplici aspetti dell'Algeria – geografici, storici, culturali, economici e peculiari – con dettagli rigorosamente documentati e un tono misurato e giornalistico.

Geografi e viaggiatori troveranno delle sorprese: la costa mediterranea dell'Algeria si estende per circa 2.148 km, con onde che non raggiungono mai le sabbie del Sahara nell'entroterra. A nord del Sahara si estendono le lussureggianti catene montuose dell'Atlante "Tell", mentre a sud si stagliano gli altopiani dell'Hoggar (Ahaggar), ancorati al Monte Tahat (3.003 metri), la vetta più alta del paese. Anche nel Sahara cade la neve: nel 2018, la città desertica di Ain Sefra (la "porta del Sahara") è stata ricoperta da circa 40 centimetri di neve. Tali estremi – caldo torrido di giorno, freddo gelido di notte, tempeste di polvere e inondazioni torrenziali – definiscono il clima dell'Algeria. Questo articolo illustrerà in dettaglio la geografia, la storia e la cultura dell'Algeria. Scoprirete non solo statistiche e date, ma anche la realtà vissuta dietro di esse, come gli algerini urbani che vivono in città tentacolari sulla pianura costiera e i popoli nomadi Amazigh che pascolano le mandrie sotto le stesse stelle che osservavano antichi utensili di pietra.

Geografia e caratteristiche fisiche

La vastità dell'Algeria domina ogni discussione sulla sua geografia. Copre 2.381.741 km² (919.595 mi²), un'impronta più grande di quella di molti paesi europei messi insieme. Questo vasto territorio è suddiviso in quattro principali regioni fisiche: il fertile nord mediterraneo, gli aridi altopiani e gli altipiani dell'entroterra, gli aspri massicci desertici a sud e il Sahara propriamente detto (a sua volta suddiviso in sottoregioni). In termini pratici, il cuore dell'Algeria è il Sahara: oltre l'80% della superficie nazionale è desertica o semidesertica. Eppure la maggior parte degli algerini vive molto a nord. Circa il 91% della popolazione abita la stretta fascia costiera che rappresenta solo il 12% circa del territorio.

  • Dimensioni e confronto: L'Algeria si estende su 2.381.741 km². È il paese più grande dell'Africa e il decimo a livello mondiale. Infatti, l'Algeria è più grande della somma di Francia, Spagna, Svezia e Germania.
  • Il deserto del Sahara: Più di otto chilometri quadrati su dieci giacciono sotto la sabbia del deserto. Il Sahara algerino non è costituito solo dalle dune del Sahara classico, ma anche da pianure rocciose e cime montuose come l'Hoggar. Gran parte di questo territorio è praticamente disabitato.
  • Topografia: Le catene montuose circondano il nord. L'Atlante Telliano (le montagne costiere dell'Algeria) e l'Atlante Sahariano si fondono a est per formare il Massiccio dell'Aurès. Più a sud, i Monti dell'Hoggar (nel Sahara centrale) si ergono imponenti, ospitando cime frastagliate come il Tahat (3.003 m) e persino cime ghiacciate in inverno. El Oued, una città nel sud-est, si trova in una valle oasi dove tutte le case hanno tetti a cupola – guadagnandosi il soprannome “Città dalle mille cupole”.
  • Costa: Il versante settentrionale dell'Algeria si affaccia sul Mediterraneo. La costa misura circa 2.148 km, con spiagge di sabbia bianca vicino a Orano e promontori rocciosi vicino ad Annaba. Questa posizione strategica ha significato secoli di commerci e conquiste da parte di Fenici, Romani, Ottomani e altri popoli.
  • Estremi climatici: Dall'umido e mite nord mediterraneo (inverni umidi, estati calde) alle condizioni desertiche davvero estreme, il clima dell'Algeria varia notevolmente. Le massime estive nel Sahara possono superare i 50 °C (122 °F), mentre le notti invernali nel deserto scendono sotto lo zero. Sorprendentemente, la neve è caduta anche ad altitudini elevate. Nel gennaio 2018, la città desertica di Ain Sefra (1.000 m di altitudine) si è svegliata con 40 cm di neve, solo la terza nevicata sahariana registrata in decenni (i precedenti casi risalgono al 1979 e al 2017).
  • Confini e vicini: L'Algeria ha sette vicini. In senso orario da ovest: Marocco e il conteso Sahara Occidentale, Mauritania, Mali, Niger, Libia e Tunisia. Il confine occidentale con il Marocco è chiuso dal 1994 (a riflesso delle tensioni politiche di lunga data). A nord e a est, l'Algeria condivide il Mediterraneo con l'Europa.

Dati geografici chiave: L'Algeria ha una superficie enorme, più grande di quasi qualsiasi altra nazione. Il Sahara domina il sud (oltre l'80% è deserto), mentre quasi tutta la popolazione vive nella stretta fascia costiera. Nonostante la sua aridità, anche il Sahara è innevato (Ain Sefra, 2018). Tra le vette più alte si annovera il Monte Tahat (3.003 m); la vasta costa mediterranea dell'Algeria si estende per 2.135 chilometri, collegando il paese alle azzurre vie d'acqua del nord.

Fatti storici: dalla Numidia all'indipendenza

La geografia moderna dell'Algeria nasconde una storia stratificata che risale all'antichità. Nell'antichità, gran parte di quella che oggi è l'Algeria settentrionale era la Numidia, il primo regno berbero e uno dei primi stati africani. Intorno al 200 a.C., il re Massinissa unì le tribù rivali della Numidia e si alleò con Roma nelle guerre puniche. Il regno della Numidia si evolse nel corso dei secoli: alternò tra provincia romana e regno cliente locale, fino all'annessione da parte dell'Impero Romano nel 46 a.C. Rovine romane (come le città di Timgad e Djémila) punteggiano ancora il paesaggio, a testimonianza di oltre 400 anni di dominio romano. Dopo la caduta di Roma, Vandali e Bizantini dominarono per un certo periodo, ma nel VII secolo eserciti arabi musulmani giunsero da est. La conquista araba (circa 680 d.C.) diffuse l'Islam in Nord Africa; l'arabo divenne gradualmente dominante, mescolandosi con la cultura berbera indigena.

  • Imperi medievali: Tra l'VIII e il XV secolo, l'Algeria vide l'ascesa di potenti dinastie guidate dai berberi (ad esempio gli Ziridi e gli Almohadi) e legami duraturi con la Spagna andalusa. Città costiere come Tlemcen e Algeri divennero vivaci centri di commercio e cultura.
  • Dominio ottomano: Nel 1516 i fratelli Barbarossa (capitani corsari) conquistarono Algeri. Loro e i loro successori istituirono la Reggenza di Algeri, uno stato vassallo ottomano che durò fino al 1830. Per tre secoli il Mediterraneo fu la via marittima dell'Algeria: i corsari nordafricani attaccavano le navi europee e i governatori ottomani (dey) mantenevano una forte presenza ottomana, seppur organizzata localmente.
  • Colonizzazione francese (1830–1962): Nel 1830 la Francia invase l'Algeria e diede inizio a 132 anni di dominio coloniale. La guerra per conquistarla fu brutale e prolungata. Nel 1875, l'Algeria era stata in gran parte pacificata con la forza, con ingenti perdite di vite umane. (Una stima stima le vittime dell'era coloniale a circa 800.000 indigeni algerini). I coloni dichiararono l'Algeria parte della Francia, ma discriminarono duramente la maggioranza musulmana.

Cronologia chiave: Antica Numidia (regno berbero) ▶ Africa romana (provincia romana) ▶ Dinastie arabo-musulmane (VII-XVI secolo) ▶ Reggenza ottomana (1516-1830) ▶ Algeria francese (1830-1962) ▶ Indipendenza (1962).

  • Guerra d'Indipendenza: Una lotta nazionalista esplose nel 1954, quando il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) iniziò la guerriglia contro la Francia. Otto anni di conflitto si conclusero con l'indipendenza attraverso gli Accordi di Évian (firmati nel marzo 1962) e la dichiarazione formale della Repubblica Democratica Popolare d'Algeria il 5 luglio 1962. Le stime del costo umano della guerra sono ancora controverse: fonti francesi citano spesso circa 400.000 morti (tra combattenti e civili), mentre i resoconti algerini parlano di circa 1,5 milioni di algerini uccisi.
  • Guerra civile (1992-2002): Negli anni '90 l'Algeria fu teatro di un sanguinoso conflitto interno. Con l'esplodere della violenza tra il governo e gli insorti islamisti, furono uccise più di 150.000 persone. La guerra devastò intere comunità, ma da allora l'Algeria moderna è gradualmente tornata alla stabilità.
  • Scoperte preistoriche: L'archeologia recente ha fatto risalire la storia dell'Algeria ancora più indietro nel tempo. Negli altopiani nord-orientali vicino a Sétif, i ricercatori hanno scoperto utensili in pietra in stile olduvaiano risalenti a 2,4 milioni di anni fa, nel sito di Ain Boucherit. Ciò significa che gli ominidi (o esseri umani primitivi o parenti) abitavano l'Algeria molto prima dell'Homo sapiens, mettendo in discussione le vecchie teorie sulle prime migrazioni umane dall'Africa orientale.

Nel corso di queste epoche, il patrimonio culturale dell'Algeria si è accumulato. Dall'arte rupestre del Tassili n'Ajjer (risalente a oltre 10.000 anni fa) alla cittadella della Casbah di Algeri (una città medievale fortificata), il passato dell'Algeria è inciso nel suo paesaggio. Ogni strato di storia – berbera, araba, ottomana, francese – contribuisce alla complessa identità della nazione.

Simboli politici e nazionali

L'Algeria oggi è ufficialmente la Repubblica Democratica Popolare d'Algeria. È una repubblica semi-presidenziale con un sistema multipartitico. Amministrativamente, il paese è diviso in 58 province (wilaya) e oltre 1.500 comuni. Fatti e simboli moderni chiave:

  • Bandiera: La bandiera algerina è verde e bianca con una stella e una mezzaluna rosse. Il verde simboleggia l'Islam, la mezzaluna e la stella sono anch'esse simboli islamici, il bianco la purezza e il rosso il sangue dei martiri. (I colori richiamano le antiche bandiere della resistenza). La mezzaluna e la stella legano l'Algeria alla più ampia tradizione araba e islamica.
  • Inno – “Qassaman”: L'inno nazionale dell'Algeria è Cassamano ("We Pledge"), scritta nel 1956 durante la guerra d'indipendenza. Insolitamente, il suo testo esplicitamente nomina un altro paese: Francia. Nelle strofe e nel ritornello dell'inno si invoca la lotta contro il dominio coloniale francese e la memoria dei martiri. (La tradizione vuole che, quando il Presidente della Francia è in visita, l'Algeria ometta le strofe che menzionano la Francia.)
  • Festa nazionale: Il 1° novembre (Giorno della Rivoluzione) è la principale festa nazionale algerina. Commemora gli attacchi coordinati del FLN contro obiettivi francesi nel 1954, che diedero inizio alla guerra d'indipendenza. Un'altra data patriottica è il 5 luglio, giorno della dichiarazione d'indipendenza nel 1962.
  • Sistema legale: Il diritto algerino è una miscela di diritto civile francese (dell'epoca coloniale) e diritto islamico (Sharia). I tribunali civili si occupano della maggior parte dei casi, ma le questioni relative allo status personale (matrimonio, successione) sono regolate dal diritto religioso.
  • Affiliazioni internazionali: L'Algeria vanta un peso diplomatico superiore al suo. È stata membro fondatore dell'Unione del Maghreb Arabo (insieme a Marocco, Tunisia, Libia e Mauritania) ed è membro attivo dell'Unione Africana, della Lega Araba e dell'OPEC. La sua compagnia petrolifera statale, Sonatrach, è la più grande società in Africa, il che sottolinea il ruolo dell'Algeria come principale esportatore di energia.

Simbolo in evidenza: La bandiera dell'Algeria è ricca di significati: verde per l'Islam, bianco per la pace e la purezza, rosso per il sacrificio. L'inno nazionale “Qassaman” Si riferisce direttamente alla lotta dell'Algeria contro la Francia. Il Giorno della Rivoluzione (1° novembre) celebra la rivolta del 1954. L'Algeria mantiene legami con la sua storia attraverso questi simboli e attraverso l'appartenenza a organismi regionali e globali (Unione Africana, Lega Araba, OPEC).

Lingua e identità culturale

L'Algeria moderna presenta un complesso mix linguistico e culturale. La Costituzione riconosce due lingue ufficiali: l'arabo moderno standard (MSA) e il tamazight (berbero). (Nel 2016 il governo algerino ha pienamente riconosciuto il tamazight nella Costituzione). Nella vita quotidiana, l'arabo algerino – un dialetto maghrebino (Darja) – è la lingua madre della maggior parte della popolazione. Le lingue berbere sono parlate dalle comunità amazigh, principalmente nelle regioni della Cabilia e del Sahara.

Un'altra eredità storica è il francese. L'Algeria non ha una lingua coloniale ufficiale, ma il francese è ampiamente utilizzato nei media, nell'istruzione e negli affari. Si stima che circa 15 milioni di algerini parlino o capiscano il francese. Il suo ruolo è oggetto di accesi dibattiti: le generazioni più giovani spesso imparano un po' di inglese o francese a scuola, e l'Algeria sta ora rapidamente introducendo l'inglese nell'istruzione. Ma per ora, il francese rimane la principale seconda lingua.

L'identità algerina è anche fortemente islamica (il 99% degli algerini è musulmano sunnita) e l'Islam è radicato nella vita quotidiana e nella legge. Tuttavia, c'è spazio per la laicità: le donne algerine hanno notevoli risultati scolastici (vedi sotto) e le minoranze religiose godono di alcuni diritti. La cucina, l'arte e la musica algerine riflettono influenze berbere, arabo-andaluse, ottomane e francesi. Ad esempio, rai La musica di Orano fonde la voce araba con strumenti occidentali, e la letteratura algerina (da Albert Camus agli scrittori contemporanei) fa parte di un più ampio mondo intellettuale francofono e arabo.

In sintesi, il tessuto culturale dell'Algeria è stratificato: antiche radici amazigh, tradizioni islamiche a partire dal VII secolo e vestigia dell'influenza coloniale francese ed europea. Questa miscela è visibile nella psiche algerina: orgogliosa del patrimonio arabo-islamico, fieramente indipendente (plasmata dalla lotta anticoloniale), ma anche generalmente aperta alla cultura globale.

Informazioni sulla lingua: L'arabo (MSA) e il tamazight (berbero) sono lingue ufficiali. L'arabo algerino (darja) è parlato praticamente da tutti; circa 15 milioni di algerini parlano anche il francese. L'inglese è in crescita nelle scuole. Culturalmente, l'Algeria si identifica fortemente con l'Islam (99% sunnita), ma condivide legami con il Mediterraneo e l'Africa attraverso la cucina, la musica (rai) e le arti.

Demografia e popolazione

A partire dal 2020, la popolazione dell'Algeria ammontava a circa 48 milioni di persone, il che la rendeva il terzo paese arabo più popoloso dopo Egitto e Sudan, e il decimo in Africa. La popolazione è giovane: circa il 29% ha meno di 15 anni (circa un bambino su tre) e l'età media si aggirava intorno ai 25 anni.

Gli algerini sono prevalentemente urbanizzati: circa il 75% della popolazione vive in città e paesi. La città più grande è Algeri, la capitale sulla costa, con un'area urbana che supera i 4 milioni di abitanti. Altre città importanti sono Orano (costa nord-occidentale, circa 1 milione), Costantina (a est, circa 500.000 abitanti) e Annaba (vicino al confine con la Tunisia, circa 300.000 abitanti). Spesso queste città hanno quartieri noti per gli edifici imbiancati a calce, che danno loro soprannomi come “Algeri la Bianca” – “Algeri la Bianca” – per la casbah in pietra chiara che domina la baia.

Dal punto di vista etnico, circa il 73,6% degli algerini è arabo-berbero e il 23% berbero/amazigh. Praticamente il 99% della popolazione pratica l'Islam, quasi interamente sunnita. Esistono piccole comunità cristiane ed ebraiche, ma di dimensioni ridotte. Esiste un'antica comunità di Chaoui, Cabili, Tuareg e altri popoli amazigh con lingue e tradizioni distinte. Molti abitanti rurali del Sahara sono nomadi o semi-nomadi (ad esempio i pastori Tuareg, i Sahrawi nel sud-ovest).

In particolare, i tassi di alfabetizzazione e istruzione sono aumentati vertiginosamente: oltre l'80% degli algerini sa leggere e le donne ora superano di poco gli uomini tra i laureati. In effetti, le donne algerine nel complesso sono estremamente istruite (vedi sezione successiva). L'aspettativa di vita è di circa 77 anni e l'Indice di Sviluppo Umano dell'Algeria è il più alto dell'Africa continentale (a testimonianza di anni di investimenti in istruzione e sanità).

Popolazione in sintesi: ~48 milioni di persone; il 91% vive nel nord del Mediterraneo. Capitale Algeri: ~4,3 milioni (urbana) e soprannominata “La città bianca”Quasi il 99% è musulmano (per lo più sunnita). Arabi (spesso misti con ascendenza berbera) circa il 74%, berberi/amazigh circa il 23%. Molto giovani: circa il 30% ha meno di 15 anni. Oltre l'80% è alfabetizzato.

Economia e risorse naturali

L'economia algerina è fortemente influenzata dalla sua ricchezza energetica. Il paese detiene vaste riserve di idrocarburi: a partire dal 2020, è tra i principali produttori mondiali di petrolio e soprattutto di gas naturale. In particolare, l'Algeria è il quarto esportatore di gas naturale a livello mondiale (dopo Russia, Qatar e Norvegia) e possiede la nona riserva di gas accertata al mondo. Si colloca inoltre al 16° posto per riserve accertate di petrolio (circa 12,2 miliardi di barili).

Di conseguenza, petrolio e gas dominano le esportazioni algerine e le entrate governative. Circa il 95-98% dei proventi delle esportazioni proviene da petrolio e gas naturale. Il gigante energetico statale Sonatrach è la più grande azienda africana; gestisce giacimenti petroliferi e oleodotti ed è un importante fornitore di gas per l'Europa (in particolare per il gasdotto verso Spagna e Italia). L'Algeria è membro dell'OPEC anche per questi motivi.

Questa ricchezza petrolifera ha fornito all'Algeria ingenti riserve di valuta estera. Per anni l'Algeria è stata libera da debiti: le sue riserve coprono oltre un anno di importazioni e il paese non ha praticamente alcun debito estero. Questa solidità fiscale è stata un risultato notevole: la maggior parte dei paesi delle dimensioni dell'Algeria ha debiti ingenti, ma le vendite strategiche di idrocarburi dell'Algeria hanno finanziato infrastrutture, sussidi e welfare.

Tuttavia, l'Algeria si trova ad affrontare sfide economiche. La forte dipendenza dall'energia la rende vulnerabile alle oscillazioni del prezzo del petrolio. Quando i prezzi del petrolio sono crollati a metà degli anni 2010, la crescita ha rallentato. Inoltre, la ricchezza è disomogenea. Nonostante la spesa pubblica, circa il 25% degli algerini vive con 1,90 dollari al giorno o meno (dati della Banca Mondiale), il che riflette le sacche di povertà e le disparità regionali nei servizi. L'agricoltura è limitata: solo il 3,5% circa del territorio algerino è coltivabile e la siccità (aggravata dai cambiamenti climatici) colpisce frequentemente le aree agricole.

Alcuni indicatori e dati economici chiave:

  • Esportazioni di gas: Quarto a livello mondiale. Gas e petrolio insieme rappresentano oltre il 95% delle esportazioni.
  • Gas naturale: L'Algeria detiene circa la quarta riserva accertata più grande (ed esporta grandi quantità tramite gasdotti e GNL).
  • Olio: Riserve accertate ~12,2 miliardi di barili (spesso classificate intorno al 16° posto a livello mondiale).
  • Sonatrach: La compagnia energetica nazionale, di proprietà statale, è la più grande azienda in Africa. Gestisce praticamente tutta la produzione e la raffinazione di petrolio e gas.
  • Posizione economica: L'Algeria ha l'Indice di Sviluppo Umano più alto dell'Africa continentale, grazie agli investimenti in istruzione e sanità finanziati dal petrolio. La sua economia è spesso classificata al secondo o terzo posto in Africa (dopo Nigeria e Sudafrica).
  • Valuta: La valuta nazionale è il dinaro algerino (DZD). È liberamente scambiato dal 2022, dopo anni di ancoraggio ufficiale all'euro.
  • Agricoltura: Con solo il 3,5% di terra arabile, l'Algeria produce ancora grandi quantità di grano, agrumi, olive e bestiame, ma deve importare molti prodotti alimentari di base.

Nonostante le ricchezze del petrolio, la disoccupazione (soprattutto tra i giovani) è un problema cronico (vedi Problemi moderni). La diversificazione economica – in turismo, produzione manifatturiera, energie rinnovabili – è uno degli obiettivi principali del governo.

Panoramica economica: La ricchezza dell'Algeria deriva da gas e petrolio. È il terzo produttore di petrolio africano dell'OPEC. Le risorse naturali rappresentano circa il 98% delle esportazioni. Sonatrach è la più grande azienda del continente. Queste ricchezze hanno persino reso l'Algeria praticamente priva di debiti. Tuttavia, l'economia deve fare i conti con un'elevata disoccupazione giovanile e povertà. In particolare, solo il 3,5% circa del territorio è coltivato, rendendo il Paese dipendente dalle importazioni alimentari.

Siti patrimonio dell'umanità dell'UNESCO

L'Algeria vanta un numero notevole di siti Patrimonio dell'Umanità UNESCO, a testimonianza della sua storia variegata. Sono infatti 7 i siti culturali riconosciuti (oltre alla Grande Moschea di Algeri, completata nel 2021, che vanta il minareto più alto del mondo, come riportiamo di seguito). Ogni sito UNESCO è una finestra su un'epoca diversa:

  • Al Qal'a di Beni Hammad (provincia di M'Sila, iscrizione del 1980): Una città fortificata in rovina dell'XI secolo sui Monti Hodna. Fu la prima Hammadid capitale, con la sua strada principale fiancheggiata da palme, le fondamenta della grande moschea e i resti di lussuosi palazzi che parlano di un regno berbero medievale.
  • Tassili n'Ajjer (provincia dell'Illizi, iscritta nel 1982): Forse il sito UNESCO più famoso dell'Algeria. È un vasto altopiano di arenaria nel Sahara sud-orientale, famoso per Oltre 15.000 pitture rupestri e incisioni preistoriche risalenti al periodo che va dal 10.000 a.C. all'epoca romana. Queste vivide immagini (di bovini dalle lunghe corna, cacciatori-raccoglitori e creature mitiche) rendono il Tassili una delle più grandi gallerie "a cielo aperto" del mondo.
  • Valle di M'Zab (provincia di Ghardaïa, iscritta nel 1982): Un insediamento oasi unico nel suo genere nel Sahara settentrionale. Fondato nel 1012 dai musulmani ibaditi, è costituito da cinque città fortificate (ksar) costruite con pietra e mattoni locali, in perfetta armonia con il deserto. Gli stretti vicoli, le moschee imbiancate a calce e le palme da dattero esemplificano l'urbanistica tradizionale del deserto.
  • Djémila (provincia di Sétif, iscritta nel 1982): Un bellissimo conservato Città romana di montagna (antica Cuicul) fondata intorno al 100 d.C. In cima all'Atlante Telliano, le rovine di Djémila includono templi, una basilica, un teatro, archi trionfali e case elaborate, il tutto immerso tra uliveti e colline. È spesso chiamata la "Pompei d'Africa".
  • Tipasa (provincia di Tipaza, iscritta nel 1982): L'antica Tipasa sorge su un altopiano costiero. Fu prima un emporio fenicio (VI secolo a.C.) e in seguito una fiorente città romana. Oggi è un suggestivo insieme di rovine: un grande anfiteatro, basiliche, un mausoleo (il Mausoleo Reale di Mauritania) e catacombe cristiane, tutte affacciate sul mare. La giustapposizione tra le onde del Mediterraneo e le antiche pietre è sorprendente.
  • Timgad (provincia di Batna, iscritto nel 1982): Un'altra fondazione romana (fondata nel 100 d.C. dall'imperatore Traiano). Timgad era una colonia militare pianificata, famosa per la sua pianta a griglia ortogonale (con strade che si incrociavano ad angolo retto). Tra i suoi monumenti più importanti figurano un maestoso Arco di Trionfo, il foro, i templi e uno dei teatri romani meglio conservati del Nord Africa.
  • Kasbah di Algeri (Provincia di Algeri, iscritta nel 1992): Il cuore storico di Algeri, una cittadella in cima a una collina e una città medievale risalente al X secolo e successivamente ampliata dagli Ottomani. Il labirinto di vicoli stretti, gli eleganti palazzi ottomani, le moschee a cupola e i balconi della Kasbah esemplificano il patrimonio andaluso-islamico. Dai bastioni della Kasbah si vede la moderna Algeri estendersi sotto le case bianche: il mix di antico e moderno è degno del patrimonio UNESCO.
  • Djamaa el Djazaïr – Grande Moschea di Algeri (Grande Moschea, inaugurata nel 2021): Sebbene non sia ancora un sito UNESCO, è degno di nota. Questa imponente moschea moderna sul lungomare vanta il minareto più alto del mondo (265 m/870 piedi) e può ospitare 120.000 fedeli. Simboleggia la rinascita contemporanea dell'Algeria e rende omaggio all'architettura islamica.

Ognuno di questi siti racconta una storia: dai contadini sahariani preistorici (Tassili) e dai coloni romani (Djémila, Timgad) ai berberi medievali (M'Zab, Beni Hammad) e ai costruttori di città dell'epoca ottomana (Casbah). Insieme, mostrano come l'Algeria fosse un crocevia di civiltà.

Punti salienti del patrimonio mondiale: Tassili n'Ajjer – 15.000 antiche incisioni rupestri (dal 10.000 a.C. al I secolo). Valle di M'Zab – 5 ksour ibaditi compatti dell'XI-XII secolo. Djémila e Timgad – Città di epoca romana con templi e teatri. Tipasa – Rovine fenicio-romane sul Mediterraneo. Kasbah di Algeri – cittadella medievale di pietra bianca e moschee. E il nuovo Grande Moschea di Algeri vanta un Minareto di 870 piedi, il più alto del mondo.

Fauna selvatica e ambiente naturale

I vasti paesaggi dell'Algeria ospitano una vita diversificata: dalle foreste costiere del nord alla flora e fauna del deserto del sud.

  • Fennec: Il fennec (Vulpes zerda) è probabilmente l'animale più conosciuto dell'Algeria. Questa piccola volpe notturna, caratterizzata da orecchie enormi (fino a 15 cm), è perfettamente adattata al Sahara. Trattiene l'acqua in modo efficiente e caccia insetti di notte. Il fennec è così emblematico che la nazionale di calcio algerina è soprannominata "Les Fennecs" (I Fennec) in suo onore. Le immagini della volpe adornano francobolli e loghi, simboleggiando la resilienza in una terra aspra.
  • Ghepardo in via di estinzione: L'Algeria è uno degli ultimi rifugi del ghepardo sahariano (Acinonyx jubatus hecki), una sottospecie in grave pericolo di estinzione. Le stime stimano che ne rimangano meno di 250 esemplari in natura (alcune stime arrivano a circa 190, divisi tra Algeria e Mali). Questi ghepardi dal manto chiaro vagano in remote aree desertiche. Gli ambientalisti stanno lottando contro il bracconaggio e la perdita di habitat per salvarli.
  • Altra fauna selvatica: Nei boschi dell'Atlante e costieri si trovano cinghiali, sciacalli, volpi, iene e una ricca avifauna (ad esempio i fenicotteri nelle zone umide). Le oasi ospitano palme da dattero e boschi di acacie. I cammelli, naturalmente, sono iconici: il dromedario a una gobba (Camelus dromedarius) è stato addomesticato in Nord Africa. Rettili come vipere e lucertole dalla coda spinosa scorrazzano tra le dune. Tra le piante, il fico sahariano e gli arbusti desertici sopravvivono con una quantità d'acqua minima. Storicamente, il leone berbero e l'orso atlante vagavano qui; ora sono estinti localmente.
  • Problemi ambientali: L'Algeria si trova ad affrontare gravi sfide ambientali. La desertificazione avanza, alimentata dal cambiamento climatico e dal sovrapascolo. Decenni di siccità hanno... “agricoltura e allevamento decimati”, Soprattutto nell'Algeria orientale. L'acqua è estremamente scarsa: le acque superficiali sono limitate ad alcuni fiumi (come lo Chelif, il più lungo dell'Algeria) e le falde acquifere sono scarse. Anche l'inquinamento causato dalle attività petrolifere/del gas e dai rifiuti urbani influisce sugli ecosistemi. In risposta a ciò, l'Algeria ha avviato iniziative di riforestazione e di energia solare, ma molto resta ancora da fare per preservare il suolo e le risorse idriche.

Nonostante queste pressioni, gli sforzi di conservazione dell'Algeria hanno avuto successo: ad esempio, nel 2019 l'Algeria è stata dichiarata malaria-free dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, diventando il secondo paese africano (dopo Mauritius) a raggiungere questo traguardo. Ha inoltre creato diversi parchi nazionali (Hoggar, Ahaggar, Tassili) per proteggere le aree più ricche di fauna selvatica.

Punti salienti della fauna selvatica: L'animale nazionale dell'Algeria è il piccolo fennec del deserto. Il Sahara ospita anche il ghepardo sahariano, in grave pericolo di estinzione (ne rimangono meno di 250 esemplari in natura). Boschetti di palme da dattero e arbusti desertici punteggiano il sud, mentre foreste di pini e querce si estendono a nord. La desertificazione e la siccità sono minacce costanti, ma i vasti parchi del paese mirano a salvaguardare il suo ecosistema desertico unico.

Cibo, cucina e tradizioni culinarie

La gastronomia algerina è un ricco arazzo intessuto di influenze berbere, arabe, mediterranee ed europee. Ecco alcune curiosità culinarie di spicco:

  • Couscous: Spesso citato come piatto nazionale algerino, il couscous è un elemento centrale della cucina algerina. Questi minuscoli granuli di semola, solitamente cotti al vapore con agnello o pollo, verdure e ceci, sono un elemento immancabile sulle tavole festive ogni venerdì (giorno di festa) e nei giorni festivi. Gli algerini sono orgogliosi delle loro ricette di couscous, che variano da regione a regione (alcune aggiungono zucca, altre carote, rape o salsiccia piccante merquez).
  • Date: L'Algeria è uno dei maggiori produttori di datteri al mondo. Negli ultimi anni ha raccolto circa 1,3 milioni di tonnellate di datteri, il che la colloca tra i primi posti a livello mondiale. La famosa varietà Deglet Nour (spesso chiamata la "regina dei datteri") viene coltivata nelle oasi del Sahara settentrionale. Da migliaia di anni, le palme da dattero sono chiamate "l'albero della vita" in Algeria. Per la loro dolcezza e il loro valore nutrizionale, gli algerini tradizionalmente accolgono i visitatori con datteri e latte in segno di ospitalità. I ​​datteri sono presenti anche nei dolci: i makroud (pasticcini ripieni di datteri) sono popolari in tutto il Nord Africa.
  • Pane: Il pane è così importante in Algeria che il Paese ha uno dei consumi pro capite di pane più alti al mondo. Il pane di grano (in focacce e baguette) e quello di semola sono comuni. Gli algerini vi diranno di non lasciare mai briciole, poiché sprecare il pane è tradizionalmente considerato una mancanza di rispetto.
  • Stufati piccanti e altro ancora: Oltre al couscous, i piatti più famosi includono chakhchoukha (pezzi di pane sottile stufati con agnello e ceci), pezzo (una pasta fritta con uova ed erbe aromatiche, spesso consumata durante il Ramadan), tajine (stufati a cottura lenta), a questo proposito (una sostanziosa zuppa di pomodoro e lenticchie, soprattutto durante il Ramadan), e alba (Pomodori, peperoni, uova – conosciuti in tutto il mondo con la variante “shakshuka”). L’Algeria è famosa anche per mechoui (agnello intero arrostito sulla brace). Spezie come cumino, zafferano, cannella e ras el hanout sono ampiamente utilizzate.
  • Cultura del tè: Tè alla menta (spesso chiamato semplicemente il fegato è disponibile = "tè alla menta") è la bevanda algerina per eccellenza. Viene versato da una teiera d'argento in piccoli bicchieri, creando una schiuma sulla superficie. Offrendo tre tazze di tè Un saluto a un ospite è consuetudine: fa parte del rituale dell'ospitalità. L'ora del tè è un'occasione per stare in famiglia e socializzare. In particolare, l'alcol è raro; l'Algeria ha leggi che limitano vino e liquori (il che, unito alla sua cultura conservatrice, fa sì che la maggior parte degli algerini beva pochissimo alcol).
  • Altre specialità: L'Algeria coltiva olive (per l'olio e come spuntino), agrumi, uva e uva per il vino dolce (di nuovo un'influenza mediterranea). L'harissa (pasta di peperoncino) è comunemente usata per aggiungere piccantezza. Biscotti algerini (come corna di gazzella ripieni di pasta di mandorle) sono famosi durante il Ramadan e i matrimoni.

Spuntini veloci di cucina: Il couscous con agnello o pollo è il piatto nazionale algerino. I datteri (Deglet Nour) sono un prodotto di punta dell'esportazione – l'Algeria ne produce oltre un milione di tonnellate all'anno – e vengono serviti con il latte nei rituali di benvenuto. Il tè alla menta, bevuto in tre sorsi, è il segno distintivo dell'ospitalità. Nonostante l'eredità coloniale francese, la cucina algerina è molto vicina alla cucina maghrebina (condivisa con Marocco e Tunisia), con molti cereali, spezie e salse stufate.

Sport, arte e risultati notevoli

L'Algeria ha lasciato il segno nella cultura e nello sport internazionale:

  • Calcio: Il calcio è lo sport più popolare. La nazionale algerina ("Les Fennecs") ha vinto due volte la Coppa d'Africa: la prima nel 1990 (in casa) e la seconda nel 2019. L'Algeria si è qualificata per diverse edizioni della Coppa del Mondo FIFA. Anche club algerini come l'ES Sétif e lo JS Kabylie hanno vinto campionati continentali.
  • Olimpiadi: Gli atleti algerini gareggiano stabilmente sulla scena olimpica dal 1964. Il Paese ha vinto cinque medaglie d'oro olimpiche (al 2024), quattro delle quali nei 1500 metri. Tra queste, Hassiba Boulmerka (1500 m femminili, 1992), Noureddine Morceli (1500 m maschili, 1996), Nouria Merah-Benida (1500 m femminili, 2000) e Taoufik Makhloufi (1500 m maschili, 2012). Il quinto oro è arrivato nel pugilato (pesi piuma, Hocine Soltani nel 1996). In totale, l'Algeria ha vinto circa 20 medaglie olimpiche (la maggior parte nell'atletica e nel pugilato).
  • Premi Nobel: È degno di nota che due vincitori del Premio Nobel provengano dall'Algeria. Albert Camus (Letteratura, 1957) è nato a Mondovì, nell'Algeria francese. (Gli scritti di Camus, sebbene in francese, esplorano spesso temi della vita algerina e delle tensioni coloniali.) Claude Cohen-Tannoudji (Fisica, 1997) è nato a Constantine nel 1933. I loro successi aggiungono un ulteriore prestigio accademico internazionale all'eredità algerina.
  • Musica e Arti: L'Algeria è la patria di rai, un genere musicale che fonde stili tradizionali e moderni (i giovani ballavano il rai per le strade di Orano negli anni '60). Famosi cantanti di rai come Cheb Khaled sono diventati star internazionali. Inoltre, l'Algeria vanta una ricca tradizione di poesia araba e musica classica andalusa. In letteratura, oltre a Camus, autori come Ahlam Mosteghanemi (la scrittrice araba più letta) e Assia Djebar (scrittrice e regista) hanno portato le voci algerine al mondo.

Nel complesso, il contributo dell'Algeria allo sport, alla letteratura e alla cultura supera di gran lunga quanto ci si potrebbe aspettare da un paese che è "rinato" come stato moderno solo nel 1962. La sua scena artistica, sebbene meno conosciuta a livello mondiale, è vivace, con teatri, gallerie d'arte e festival ad Algeri, Orano e altrove.

Fatti unici e insoliti

L'Algeria è ricca di curiosità e stranezze che spesso colgono di sorpresa chi viene da fuori:

  • Cammelli e cavalleria: Nel XIX secolo, l'esercito americano importò cammelli dal Nord Africa per esperimenti nel deserto del Sud-Ovest. Nel 1856, la USS Supply portò cammelli (provenienti dal Nord Africa ottomano) negli Stati Uniti. Sebbene questo progetto del Camel Corps ebbe vita breve, alcuni cammelli rimasero in Texas dopo la Guerra Civile Americana. In Algeria, l'esercito coloniale francese mantenne una cavalleria meharista composta da truppe a dorso di cammello, che pattugliò il Sahara fino all'indipendenza nel 1962. (Anche la Legione Straniera aveva le sue unità di cammelli.)
  • Combattimento delle pecore: Sorprendentemente, il combattimento tra pecore (combat taa lkbech) è uno sport rurale tradizionale in alcune parti dell'Algeria. Due arieti si scontrano per la supremazia, mentre gli abitanti del villaggio scommettono su di loro. Sebbene tecnicamente illegale, le autorità hanno spesso tollerato questi raduni. Divenne noto negli anni '90 come uno dei pochi "spettacoli pubblici" consentiti durante il coprifuoco, riflettendo la cultura rurale.
  • Interruzione di Internet: L'Algeria ha bloccato internet a livello nazionale per due giorni durante il periodo degli esami di maturità del 2018, per impedire imbrogli. Questa misura insolita ha attirato l'attenzione internazionale sulle misure di controllo adottate dall'Algeria nell'era digitale.
  • Senza malaria: Nel maggio 2019, l'Algeria è stata certificata dall'OMS come paese libero dalla malaria. È stato il secondo paese africano (dopo Mauritius) a ottenere questo status. Oggi la trasmissione autoctona della malaria non si verifica più in Algeria.
  • Camuffamento delle proteste: Gli algerini sono noti per il loro umorismo nel dissenso. Durante le proteste di Hirak del 2019, i dimostranti hanno utilizzato meme e striscioni parodistici. Un famoso cartello recitava "Solo Chanel può essere il numero 5" (prendendo in giro la quinta candidatura presidenziale di Bouteflika). Un altro ha copiato il logo delle sigarette Camel (Camel in gergo arabo significa "tutti noi"); dichiarava “Il popolo è cammello (tutto) contro di te”Queste trovate spiritose sono diventate virali online.
  • Scene del film: Parti dell'originale del 1932 Tarzan l'uomo scimmia sono stati girati in Algeria, nei pressi di Algeri. (Si tratta più di una curiosità hollywoodiana che di una conoscenza comune, ma gli studiosi di cinema hanno notato che il Sahara algerino fungeva da imitazione della giungla americana.)
  • Record di temperatura: La temperatura più alta registrata ufficialmente in Algeria è di 3 °C (124,3 °F), misurata a Ouargla nel luglio 2018. Nel settembre 2021, i termometri ad aria ancora più caldi del Burkina Faso hanno brevemente superato questa temperatura durante la stessa ondata di calore sahariana. Tuttavia, il valore algerino è tra i più alti misurati in modo affidabile sulla Terra.
  • Importazione di cammelli dagli Stati Uniti: (Già trattato sopra nella sezione Cammelli.)

Questi fatti spesso appaiono come domande di un quiz sull'Algeria, ma ognuno di essi sottolinea un aspetto della vita algerina: la fusione di antiche tradizioni (pecore e datteri), eredità coloniali (cammelli, cavalleria francese, missioni all'estero) e stranezze moderne (blocco di Internet, arte di protesta).

Curiosità in evidenza: L'eredità sahariana dell'Algeria è testimoniata da fatti insoliti: il "Corpo dei Cammelli" dell'esercito americano del 1850 utilizzava cammelli portati dal Nord Africa; le comunità rurali praticano combattimenti illegali di pecore. Nel 2019, l'Algeria è diventata libera dalla malaria e i manifestanti sono noti per il loro umorismo creativo (ad esempio, i meme sui pirati che prendono in giro i funzionari). La temperatura desertica più alta del mondo (51,3 °C) è stata registrata in Algeria (Ouargla, 2018).

Diritti delle donne e progresso sociale

Uno dei dati sociali più notevoli dell'Algeria è l'elevato status delle donne nell'istruzione e nelle professioni, soprattutto rispetto ad altri paesi del mondo arabo-musulmano. Fin dall'indipendenza, l'Algeria ha fortemente promosso l'istruzione femminile. Oggi, le donne algerine rappresentano circa il 60% degli studenti universitari. Nelle professioni: circa il 70% degli avvocati e il 60% dei giudici in Algeria sono donne, le percentuali più alte nel mondo arabo. Le donne dominano anche i campi della medicina e della scienza.

Nonostante questi progressi, permangono delle sfide. La partecipazione femminile al mondo del lavoro al di fuori dell'ambito scolastico è inferiore (persistono barriere legali e sociali). Un rapporto dell'UNESCO rileva che solo circa il 50% delle laureate trova lavoro e solo il 7% degli imprenditori algerini sono donne. Gli atteggiamenti tradizionali influenzano ancora i ruoli familiari. Ad esempio, la parità di diritti ereditari tra figli maschi e femmine prevista dalla Sharia non è stata pienamente realizzata e il diritto di famiglia impone ancora alcune restrizioni alle donne.

Ciononostante, le donne algerine contribuiscono al reddito familiare in misura maggiore rispetto agli uomini e i loro risultati scolastici conferiscono loro una nuova influenza. Il cambiamento avvenuto negli ultimi decenni – da rigide norme conservatrici all'attuale presenza femminile al vertice delle professioni legali e mediche – è una delle storie più sorprendenti dell'Algeria moderna. Riflette sia la politica statale (leggi che incoraggiano l'istruzione femminile) sia l'equilibrio unico della società algerina tra tradizione e modernità.

Progresso delle donne: L'Algeria rappresenta un caso anomale: le donne rappresentano circa il 60% dei giudici e il 70% degli avvocati. Sono più numerose anche negli studi universitari (le donne rappresentano circa il 65% degli studenti universitari). Le donne algerine hanno generalmente un elevato tasso di alfabetizzazione (81%) e un'istruzione elevata. Tuttavia, la partecipazione alla forza lavoro e l'imprenditorialità sono inferiori a quelle degli uomini. Il Paese è spesso citato come esempio di nazione a maggioranza musulmana che ha raggiunto una maggiore parità di genere nell'istruzione e nelle professioni.

Viaggi e attrazioni regionali

Le regioni dell'Algeria sono molto diverse tra loro. Un breve tour vi mostrerà:

  • Algeria settentrionale (il Tell): Fertili pianure costiere e montagne. Qui si trova Algeri (la capitale), con la sua cittadella Casbah di epoca ottomana, le moschee moderne (tra cui la nuova Djamaa El Djazaïr), i viali costruiti dai francesi e il patriottico Memoriale dei Martiri. Nelle vicinanze si trovano città come Blida (porta d'accesso al Parco Nazionale di Chréa nell'Atlante), Béjaïa (splendida baia mediterranea) e Tipasa (antiche rovine in riva al mare). Il clima è mediterraneo: estati calde e secche, inverni miti e umidi con neve sulle alte vette dell'Atlante.
  • Algeria orientale: Tra le città principali figurano Costantina (arroccata su profonde gole, con ponti famosi e architettura in stile arabo, nota come la "Città dei Ponti"), Sétif (con le notevoli rovine romane di Djémila) e Annaba (con le rovine romane di Hippone e una basilica dedicata a Sant'Agostino). Questa regione confina con la Tunisia e il suo clima è ancora mediterraneo, con lievi cali nell'entroterra.
  • Algeria occidentale: La città con maggiore influenza europea è Orano (un tempo colonia spagnola). Orano vanta una pittoresca fortezza in cima a una collina (Santa Cruz), un porto vivace ed è il cuore della cultura musicale Rai. Altre attrazioni sono Tlemcen (con palazzi moreschi, la Grande Moschea e il santuario di Sidi Boumediene) e le località estive costiere vicino alle montagne. La zona di confine tra Algeria e Marocco (chiusa) è montuosa e verdeggiante.
  • Algeria centrale (Hodna e altipiani): Questa fascia di steppa e piccole catene montuose comprende Setif e M'sila. Presenta pianure semidesertiche; l'agricoltura qui dipende dalle precipitazioni o dall'irrigazione. Il turismo è scarso, ma importante per l'agricoltura (frutta, cereali) tra il nord e il Sahara.
  • Algeria meridionale (Sahara): Il grande deserto. Le principali città d'accesso sono Ghardaïa (abitata dai berberi mozabiti – Valle di M'Zab patrimonio UNESCO), Timimoun (città di mattoni rossi con palmeti), Adrar (cactus commestibili e palmeti) e le città del profondo sud. La più famosa è Tamanrasset (sui monti Hoggar), dimora dei nomadi Tuareg e base per il trekking nel deserto. Molto più a sud-est si trova Djanet, punto di partenza per i canyon di arte rupestre del Tassili n'Ajjer. Il deserto è la frontiera dell'avventura algerina (trekking in cammello, spedizioni in fuoristrada, sci sulla sabbia).

Un visitatore potrebbe notare che Gli algerini raramente dicono "Bonjour" come fanno i marocchini o i tunisini; qui spesso dicono "Salam" (pace). L'ospitalità è genuina: se accettate datteri e tè alla menta e vi fermate per tre tazze, sarete rispettati. Tuttavia, siate sempre consapevoli: l'Algeria è una nazione conservatrice. Le donne dovrebbero indossare abiti sobri; le manifestazioni pubbliche di affetto sono disapprovate. Sicurezza: L'Algeria è generalmente stabile; il turismo sta riaprendo dopo decenni di abbandono. Tuttavia, è consigliabile registrarsi presso la propria ambasciata, evitare le zone di confine (con Mali/Niger) se non accompagnate da guide e seguire le raccomandazioni locali. La sfida più grande per i viaggi moderni è la burocrazia e le norme sui visti (la maggior parte dei cittadini stranieri necessita di un visto e deve registrarsi presso la polizia all'arrivo). L'ingresso di solito richiede un visto anticipato, ad eccezione di alcuni paesi africani e mediorientali esenti da visto.

Riepilogo regionale: A nord si trovano la costa algerina e le città storiche (Algeri, Orano, Costantina). A sud si estende il Sahara: vaste dune, oasi (Ghardaïa, Timimoun) e rifugi di montagna (Tamanrasset, Djanet). Viaggiare è ancora un'esperienza di nicchia, ma gratificante. Tra le principali attrazioni imperdibili ci sono la Casbah di Algeri (patrimonio UNESCO), le rovine romane di Timgad/Djémila e le attrazioni del Sahara come l'Hoggar e il Tassili. Le politiche in materia di visti e sicurezza sono più restrittive rispetto ai vicini Marocco/Tunisia, quindi è essenziale prepararsi. Primavera e autunno (marzo-maggio, settembre-ottobre) sono i periodi ideali per visitare il Paese, evitando l'estate torrida e l'inverno fresco e umido.

Algeria moderna e questioni contemporanee

L'Algeria di oggi è una terra di contrasti. I proventi del petrolio hanno portato scuole, ospedali e un alto tasso di alfabetizzazione, ma hanno anche generato corruzione e un'economia non completamente diversificata. Questioni chiave:

  • Dipendenza dagli idrocarburi: Circa il 90% dei proventi delle esportazioni dell'Algeria e il 60% delle entrate statali provengono da petrolio e gas. Questo crea un paradosso: quando i prezzi erano alti (anni 2000-2014), l'Algeria è cresciuta rapidamente; quando i prezzi sono crollati nel 2014, la disoccupazione e il deficit di bilancio sono aumentati vertiginosamente. Il governo annuncia periodicamente piani di "industrializzazione" (investimenti in fabbriche, turismo, attività minerarie, IT), ma i progressi sono lenti. Giovani e laureati lamentano limitate opportunità di lavoro al di fuori del settore pubblico o militare.
  • Occupazione: La disoccupazione rimane ostinatamente elevata, soprattutto tra i giovani. Nel 2024, quasi il 30% degli algerini di età compresa tra 15 e 24 anni era senza lavoro, uno dei tassi di disoccupazione giovanile più alti al mondo. La disoccupazione complessiva si attesta intorno alla metà dell'adolescenza. Trovare un impiego richiede conoscenze o reti di diaspora – uno dei motivi per cui molti giovani algerini emigrano (spesso clandestinamente) in Europa.
  • Proteste e politica: Dall'indipendenza, l'Algeria ha avuto solo pochi presidenti. Il leader di lunga data Abdelaziz Bouteflika (al potere dal 1999 al 2019) è stato una figura controversa; il suo tentativo del 2019 di candidarsi per un quinto mandato ha portato a massicce proteste di piazza (il movimento Hirak). A partire dal 22 febbraio 2019, gli algerini sono scesi in piazza in tutto il paese ogni venerdì, chiedendo pacificamente un cambiamento sistemico. Bouteflika si è dimesso nell'aprile 2019 sotto pressione, ma le proteste sono continuate per mesi, dimostrando l'insistenza dell'opinione pubblica su una maggiore responsabilità e libertà.. A partire dal 2025, il governo del presidente Tebboune ha fatto alcune concessioni (nuove elezioni, riforme costituzionali), ma molti attivisti del movimento Hirak affermano che il loro obiettivo di un nuovo sistema politico rimane insoddisfatto. La scena politica algerina è quindi in continua evoluzione: più aperta rispetto a un decennio fa, ma ancora dominata dalla vecchia guardia del partito al potere.
  • Sfide sociali: Nonostante i progressi nei diritti delle donne e nell'istruzione, il divario generazionale si sta ampliando. L'età media è bassa e molti giovani nelle città devono far fronte a carenza di alloggi, inflazione e sottoccupazione. Le aree rurali, soprattutto nel profondo sud, sono carenti di infrastrutture. Le infrastrutture nel nord sono migliori: autostrade asfaltate collegano le principali città e sono in costruzione treni ad alta velocità (progetti tra Algeri e Orano). Tuttavia, la pubblica amministrazione può essere lenta e la corruzione rimane una preoccupazione pubblica.
  • Relazioni internazionali: Oltre al Marocco (vedi Fatti Unici), l'Algeria svolge un ruolo importante nella regione. Media nelle controversie (ad esempio in Mali), sostiene i diritti dei palestinesi e bilancia i rapporti con l'Europa (fornendo gas all'Europa) e con potenze come la Cina. La questione del Sahara Occidentale continua a guidare la sua politica estera: l'Algeria è il principale sostenitore del Fronte Polisario (movimento indipendentista del Sahara Occidentale), il che ha portato a rapporti tesi con il Marocco..
  • Ambiente e transizione energetica: Allarmata dal riscaldamento globale, l'Algeria sta iniziando a investire nell'energia solare ed eolica. Ha fissato obiettivi per aumentare le energie rinnovabili (ha già molto sole e vento lungo la costa). Ciononostante, le centrali a petrolio e gas continuano a generare la maggior parte dell'elettricità. La carenza idrica è un'altra crisi incombente; l'Algeria deve importare una certa quantità di grano per sfamare la sua popolazione durante gli anni di siccità. I ​​funzionari menzionano la conservazione della natura e le energie rinnovabili, ma l'economia basata sugli idrocarburi continua a dettare la maggior parte delle politiche.

In breve, l'Algeria moderna sta cavalcando la nuova economia basata sulle risorse per l'istruzione costruita dopo il 1962, ma è alla ricerca di un percorso diversificato e di un sistema politico più inclusivo. La società è complessa: in rapida urbanizzazione, religiosamente conservatrice ma sempre più liberale sotto altri aspetti, orgogliosa della sua lotta per l'indipendenza, eppure desiderosa di cogliere le opportunità del XXI secolo.

L'Algeria contemporanea in breve: Petrolio e gas dominano l'economia, finanziando l'istruzione e l'assistenza sanitaria gratuite, ma lasciando alta la disoccupazione giovanile (~29%). L'Hirak del 2019 ha visto milioni di persone chiedere riforme politiche. Il paese rimane socialmente conservatore su alcune questioni (codici di abbigliamento rigidi nelle aree rurali), ma progressista su altre (istruzione femminile, accesso a internet). Gli attuali leader algerini promuovono un cambiamento graduale; molti cittadini premono per un cambiamento più radicale.

Fatti rapidi e affascinanti

  • Il gigante africano: L'Algeria si estende su 2,38 milioni di km² ed è il paese più grande dell'Africa.
  • Nazione del deserto: Oltre l'80% del territorio algerino è costituito dal deserto del Sahara. La maggior parte della popolazione vive nel 12% verdeggiante del territorio che si affaccia sul Mediterraneo.
  • Capitale bianco: Algeri si chiama “Algeri la Bianca” (“Algeri la Bianca”) per i suoi edifici luminosi.
  • Cime delle montagne: Il punto più alto è il monte Tahat (3.003 m) nei monti Hoggar.
  • Neve nel Sahara: Nel gennaio 2018 è caduta neve nel Sahara (40 cm ad Ain Sefra).
  • Vicinato: L'Algeria confina con 7 paesi (Marocco, Sahara Occidentale, Mauritania, Mali, Niger, Libia, Tunisia).
  • Antichi Berberi: Il regno di Numidia (unito dal re Massinissa) ebbe sede nell'Algeria settentrionale nel II-I secolo a.C.
  • Rovine fenicie e romane: Sulla costa algerina si trovano antiche rovine a Tipasa (anfiteatro romano e fondamenta puniche) e Cherchell (Cesarea romana).
  • Reggenza ottomana: Dal 1516 al 1830, Algeri fu una reggenza ottomana. Ebbe dei Dey (governanti) semi-indipendenti fino alla conquista francese.
  • Era coloniale: La Francia invase il Paese nel 1830; seguirono 132 anni di dominio. L'indipendenza giunse nel 1962, dopo una sanguinosa guerra (il giorno dell'indipendenza è il 5 luglio).
  • Enorme bilancio delle vittime della guerra: Gli algerini stimano che nella guerra del 1954-1962 morirono circa 1,5 milioni di persone. Gli storici francesi parlano di circa 400.000.
  • Nome ufficiale: Il nome completo del paese è Repubblica Democratica Popolare d'Algeria.
  • Motto nazionale: "Dal popolo e per il popolo", che riflette gli ideali di rivoluzione e indipendenza. (Non molto conosciuto all'estero.)
  • Bandiera: Verde-bianco-rosso con una stella/mezzaluna rossa, simboli islamici.
  • Inno: “Kassaman” (Noi giuriamo) è stato scritto da un giovane nazionalista nel 1956 e menziona la Francia per nome.
  • Siti UNESCO: Ospita 7 siti patrimonio dell'umanità dell'UNESCO (vedi sopra), tra cui l'arte rupestre del Tassili e le rovine romane.
  • Grande Moschea: La nuova Grande Moschea di Algeri vanta il minareto più alto del mondo (265 m).
  • Animale nazionale: La volpe fennec (piccola volpe del deserto con orecchie enormi).
  • Nome della squadra: La squadra di calcio dell'Algeria si chiama “I Fennec” (I Fennec).
  • Alberi: Le palme da dattero prosperano nelle oasi; l'Algeria è uno dei maggiori produttori di datteri (oltre 1,3 milioni di tonnellate/anno).
  • Vestiario: L'abito tradizionale delle donne è spesso il loro (un grande velo bianco) o una tunica ricamata (karakou). Gli stili urbani seguono quelli di Francia/Turchia.
  • Codice di abbigliamento: Hijab e abiti sobri sono comuni; nudità in pubblico e costumi da bagno sono accettati solo in spiaggia. L'alcol è legale ma limitato.
  • Provincia più grande: Tamanrasset (provincia di Tamanrasset, nel sud) è la provincia più grande dell'Algeria per superficie (oltre 500.000 km²).
  • Città più grande: Algeri (~4,3 milioni di aree urbane), seguita da Orano (~1,5 milioni di aree metropolitane).
  • Aeroporti: L'aeroporto Houari Boumediene Intl. di Algeri è lo scalo principale.
  • Lingue: Lingue ufficiali: arabo (MSA) e tamazight. Il francese è ampiamente parlato.
  • Religione: 99% musulmani (per lo più sunniti).
  • Donne: Il 70% degli avvocati e il 60% dei giudici sono donne. Le donne rappresentano oltre il 60% degli studenti universitari.
  • Istruzione: Alfabetizzazione ~81% (UNESCO).
  • Valuta: Dinaro algerino (DZD).
  • Luce diurna: Il fuso orario è l'ora dell'Europa centrale (UTC+1).
  • Olimpiadi: L'Algeria ha vinto 5 medaglie d'oro olimpiche, quattro delle quali nei 1500 metri.
  • Coppa d'Africa: Campioni nel 1990 e nel 2019.
  • Personaggi degni di nota: Albert Camus (Nobel 1957) e Claude Cohen-Tannoudji (Nobel Fisica 1997) sono nati in Algeria.
  • Unico: La Francia importò cammelli algerini in Texas nel 1856.
  • Combattimento delle pecore: Gli uomini di campagna combattono contro gli arieti in uno sport proibito per gli spettatori.
  • Punto più caldo: Ouargla, 51°C (123,8°F) nel 2011, uno dei più alti registrati a livello globale.
  • Martiri: Il 5 luglio (1962) e il 1° novembre (1954) sono festività nazionali che commemorano gli anniversari della rivoluzione.
  • Alfabetizzazione: Tra i più alti in Africa (alfabetizzazione complessiva degli adulti ~80%).

Questi brevi dati sono solo la punta dell'iceberg. Il vero carattere dell'Algeria emerge dai dettagli sopracitati: dai retroscena dei siti antichi alle usanze quotidiane, come il bere il tè e le feste in famiglia.

Conclusione

L'Algeria è una terra di contrasti sorprendenti e di una storia profonda. È allo stesso tempo "antica" – con millenni di civiltà scolpiti nelle sue rovine e nell'arte rupestre – e "nuova", avendo forgiato una repubblica moderna solo nel 1962. I suoi vasti deserti e la costa mediterranea le conferiscono una geografia unica. La sua popolazione – in maggioranza araba-berbera musulmana – è orgogliosa sia delle antiche radici amazigh che della successiva cultura araba. Il petrolio e il gas sotto le sue sabbie hanno portato ricchezza, ma anche disuguaglianze e dipendenze che l'Algeria continua a dover affrontare. Nel frattempo, la società algerina sorprende chi la osserva da fuori: le donne dominano la professione legale, i bambini crescono imparando le antiche tradizioni amazigh e la cultura pop francese, e una giovane generazione porta avanti la "Rivoluzione del Sorriso", spingendo silenziosamente per un cambiamento più democratico.

Soprattutto, l'Algeria richiede un'attenzione particolare. Non è né un paese mediorientale né subsahariano, ma un mosaico nordafricano a sé stante. Il minareto bianco che trafigge il cielo di Algeri, il sussurro della notte nel deserto, la chiamata alla preghiera del venerdì in un mare di devoti vestiti di bianco: ognuno racconta una storia. Attraverso questa profonda esplorazione della geografia, della storia, della cultura e della vita contemporanea, vediamo l'Algeria come una terra stratificata: ogni fatto ne svela un altro, rivelando un paese al tempo stesso riccamente distinto e inconfondibilmente connesso a più ampi percorsi umani.