Sebbene molte delle magnifiche città europee rimangano eclissate dalle loro controparti più note, l'Europa è un tesoro di città incantate. Dal fascino artistico...
Monza, con una popolazione di circa 123.000 abitanti e una superficie di circa 33 chilometri quadrati, si trova a quindici chilometri a nord-nord-est di Milano, in Lombardia. Situata sull'ampia pianura dove la Brianza cede il passo alla Pianura Padana, questa città – capoluogo della provincia di Monza e Brianza dall'11 giugno 2004, un accordo pienamente entrato in vigore nel 2009 – coniuga un passato ricco di storia con un presente dinamico. È incorniciata dal sinuoso fiume Lambro, circondata da uno dei più grandi parchi urbani d'Europa e caratterizzata dal suo circuito automobilistico, l'Autodromo Nazionale di Monza, che ogni settembre richiama il fervente sostegno dei tifosi Ferrari.
Le origini di Monza risalgono all'antichità, quando i Romani la chiamarono Modoetia e in seguito si insediarono alla corte longobarda della regina Teodolinda. Per tutto il Medioevo e fino all'inizio dell'età moderna, la città subì trentadue assedi e le sue mura medievali furono in gran parte smantellate – fatta eccezione per la Porta d'Agrate – quando le autorità austriache rimodellarono il paesaggio urbano nel XVIII secolo. Il Lambro stesso, deviato nel XIV secolo in una biforcazione artificiale nota come Lambretto a scopo difensivo, rimane un elemento distintivo. Un'innovazione successiva, il Canale Villoresi di fine Ottocento, solca i margini nord-orientali di Monza e un tempo alimentava i macchinari di mulini in rapida espansione.
Dal punto di vista economico, Monza si colloca al terzo posto tra i comuni lombardi per estensione e rappresenta il principale polo industriale, amministrativo e culturale della Brianza. Un settore tessile radicato nell'innovazione ottocentesca prospera ancora oggi, accanto a un'importante attività editoriale. La città ospita le facoltà di Medicina e Sociologia dell'Università di Milano-Bicocca, il Tribunale provinciale di Milano e gli uffici dell'amministrazione regionale. Il suo clima, classificato come submediterraneo tipico della Pianura Padana, offre inverni freschi e miti – con temperature medie intorno ai 2 °C a gennaio – ed estati che raggiungono quasi i 23 °C a luglio. Le precipitazioni si concentrano in autunno; tuttavia, le pianure circostanti raramente subiscono siccità prolungate e le nevicate invernali – un tempo frequenti fino alla fine del XX secolo – ora raggiungono in media circa 25 centimetri all'anno.
Nel cuore di Monza, il Duomo di San Giovanni si erge con una facciata in marmo bianco e nero, eretta a metà del XIV secolo. Le abili arcate di Matteo da Campione conferiscono un'eleganza ritmica, mentre il campanile di Pellegrino Tibaldi del 1606 svetta nel cielo. Sotto la crociera a volta si trovano i resti dell'oracolo della regina Teodolinda, risalente al VI secolo: la Cappella di Teodolinda, un tempo una struttura indipendente a croce greca. Ampliata alla fine del XIII secolo, gli affreschi della cappella evocano scene dell'incoronazione reale longobarda, e il suo tesoro custodisce la Corona Ferrea di Lombardia – che si dice contenga un chiodo della Crocifissione – insieme al pettine e al ventaglio d'oro di Teodolinda, reliquiari gotici e una gallina dorata con sette pulcini, simbolo delle antiche province della regione.
Il centro storico di Monza si snoda in una successione di edifici venerabili, ognuno dei quali incarna un capitolo della vita cittadina. Una chiesa medievale, eretta nel 1393, Santa Maria in Strada, sfoggia una facciata in terracotta ornata che risplende sotto il sole del Nord. Nelle vicinanze, il Broletto, o Arengario, del XIV secolo, un tempo ospitava assemblee di mercanti e magistrati in cima ai suoi archi a sesto acuto e sotto lo sguardo vigile di una torre con caditoie e guglia conica. La chiesa di San Pietro Martire e la coeva Santa Maria delle Grazie testimoniano il mecenatismo devozionale del XV secolo, mentre la cinquecentesca Santa Maria al Carrobiolo e il seicentesco Oratorio di San Gregorio riflettono ondate successive di raffinatezza architettonica. Nel novembre del 1900, gli architetti consacrarono la Cappella Espiatoria di Monza nel luogo dell'assassinio di re Umberto I; le sue solenni linee neoclassiche erano un monumento alle passioni e ai pericoli dell'Italia.
A nord, il Parco di Monza e i Giardini Reali formano un complesso recintato di circa 685 ettari, classificandosi tra i parchi urbani più estesi d'Europa. All'interno di questi confini, l'Autodromo Nazionale romba sotto il cavallino rampante della Ferrari dal 1922, e il Golf Club Milano ha ospitato l'Open d'Italia per nove edizioni. Il fiume Lambro serpeggia tra placidi laghetti e piccole cascate, attraversato da quattro semplici ponti, mentre installazioni di Giuliano Mauri e Giancarlo Neri punteggiano il bosco. Cascine storiche – in particolare i Mulini San Giorgio di inizio Ottocento – ora allevano bestiame in un riposo quasi pastorale, offrendo latte fresco e yogurt biologico presso distributori in loco. Nel giugno 2017, una visita di Papa Francesco ha attirato quasi un milione di pellegrini in questa distesa silvestre, dove concerti e incontri culturali continuano ad animare il verde.
La Villa Reale di Monza, concepita da Giuseppe Piermarini per l'imperatrice Maria Teresa nel 1777, si estende per oltre ventiduemila metri quadrati e comprende circa settecento stanze. Ispirata a Schönbrunn e Caserta, la reggia neoclassica accolse i viceré sotto Napoleone e in seguito i reali d'Italia. La sua cinta muraria – quattordici chilometri eretti tra il 1807 e il 1808 sui detriti castellani dei Visconti – racchiude la tenuta, ancora oggi gestita da un consorzio di enti regionali e comunali. Dopo l'assassinio di Umberto I, il 29 luglio 1900, Vittorio Emanuele III sigillò la Villa, trasferendone gli arredi al Quirinale; solo nel 2014, dopo un ampio restauro, i visitatori hanno riacquistato l'accesso agli appartamenti reali, ai saloni di ricevimento e alla foresteria preparati per Guglielmo II di Germania.
La vita teatrale e cinematografica di Monza prospera in luoghi come il Teatro Manzoni e il Teatro Villoresi, accanto alla Sala San Carlo e al Cinema Teodolinda. I musei affiliati al Duomo espongono tesori altomedievali – tra cui la Gallina con i Pulcini e la Croce di Agilulfo – accostati a opere tardomedievali e moderne. Le tradizioni culinarie dell'Insubria e della Brianza si affermano in piatti sostanziosi: la cassoeula, con cavolo e maiale brasati a fuoco lento; la buseca, con trippa in umido; e il risotto con luganega testimoniano le radici agrarie della regione e il suo legame indissolubile con la gastronomia milanese.
I ritmi annuali uniscono la comunità di Monza. Il Gran Premio d'Italia di Formula 1, la seconda domenica di settembre, richiama le auto più veloci del mondo sui rettilinei sinuosi del parco, dove solo l'imposizione delle chicane doma le velocità massime. Dal 1950, nessun circuito ha ospitato così tante edizioni ininterrotte del Gran Premio; dalla vittoria in solitaria di Ludovico Scarfiotti nel 1966, nessun pilota italiano è salito sul gradino più alto del podio, eppure i tifosi della Ferrari, vestiti in rosso corsa, persistono con devozione vocale. La storia del circuito è costellata anche di tragedie: la morte di Wolfgang von Trips (1961), Jochen Rindt, Ronnie Peterson e di un commissario di gara nel 2000, e il terribile incidente motociclistico del 1973 che costò la vita a Jarno Saarinen e Renzo Pasolini alla Curva Grande. Una testimonianza mozzafiato della velocità, Monza rimane il circuito più veloce del calendario e non adatto a eventi MotoGP o Superbike.
Il calendario di giugno prevede la Festa di San Gerardo dei Tintori il 6, celebrata presso la chiesa di San Gerardo, uno dei santi patroni di Monza. Una marcia podistica non competitiva all'inizio di giugno raccoglie fondi per la ricerca sul cancro, mentre la corsa notturna Monza-Resegone segue il sabato successivo al 24 giugno, quando fuochi d'artificio – coreografati a ritmo di musica – illuminano i prati di Villa Reale in onore di San Giovanni Battista. Questi momenti di condivisione creano un legame vivo tra passato e presente, dove devozione e sport, memoria e festa si intrecciano.
Le arterie di trasporto collegano Monza a una rete più ampia. La sua stazione ferroviaria si trova al margine meridionale del centro storico, punto di snodo per le linee suburbane S7, S8, S9 e S11, per i servizi regionali verso Lecco, Como, Bergamo e Saronno e, occasionalmente, per i treni EuroCity. I prolungamenti delle linee metropolitane M1 e M5 di Milano, in costruzione a partire dal 2024, promettono di portare la metropolitana nel cuore della città. Le arterie stradali convergono attraverso la A4-E64 (Torino-Milano-Venezia), le tangenziali A52 e A51 e la SS36 che si snoda verso Lecco e Sondrio; una breve galleria alleggerisce il traffico all'ingresso delle strade statali in centro, il cui nucleo storico rimane chiuso al traffico di attraversamento.
La piazza di Monza, il cuore geometrico noto come Piazza Roma, ospita l'Arengario e si apre su Via Lambro, l'arteria più antica della città. Case medievali fiancheggiano questa via, che costeggia il fianco orientale del Duomo prima di culminare nel Ponte dei Leoni del 1842. A nord, il ponte di San Gerardino del 1715 attraversa il Lambro nei pressi di una chiesa dedicata all'altro santo patrono della città. Su Via Italia e Via Carlo Alberto, le chiese trecentesche e ottocentesche di Santa Maria in Strada e di San Pietro Martire si ergono come mute testimonianze di secoli di fede.
Per oltre un millennio, Monza ha intrecciato la sua identità con conquiste e cerimonie, fiume e parco, cattedrale e villa. La città resiste a facili caratterizzazioni: non è né un borgo rustico né una metropoli raffinata, ma un interstizio di storia e modernità, dove il rombo dei motori da corsa convive con il muggito delle mucche al pascolo, e dove le reliquie delle regine longobarde vegliano silenziose sulla vita quotidiana. Nelle sue strade, il visitatore può percepire gli strati del tempo resi tangibili: dalla cappella di preghiera di Teodolinda alle installazioni d'avanguardia del nostro secolo. Monza si erge quindi come una testimonianza incrollabile della complessa civiltà lombarda, un luogo al tempo stesso di radicata tradizione e instancabile invenzione.
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