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Kuršumlijska Banja, una cittadina termale di 106 abitanti secondo il censimento del 2011, occupa un tratto di 7,77 chilometri quadrati della valle di Banjska nella Serbia meridionale, situata tra altitudini di 440 e 500 metri sui pendii sud-orientali di Kopaonik e costeggiando entrambi i lati dell'autostrada Niš-Priština, a soli 11 chilometri a sud-ovest di Kuršumlija e a meno di dieci chilometri dal confine amministrativo del Kosovo.
Le origini di Kuršumlijska Banja come luogo di sorgenti termali terapeutiche risalgono all'antichità romana, quando le sue acque minerali, ricche di sodio, idrocarburi, fluoro e solfuro, attiravano sacerdoti e cittadini al loro abbraccio curativo. Resti archeologici attestano edifici tardoantichi con mura in pietra e mattoni, camere affrescate e finestre a vetri risalenti al IV-VI secolo, mentre un monumento in pietra del III secolo testimonia il nome romano Aquarum Bassinae. Monete d'argento dell'imperatore Filippo l'Arabo, grifoni su altari di tufo e frammenti di tombe sono tutti presenti sotto strati di insediamenti successivi, a testimonianza del percorso attraverso il quale nacque un centro termale di indiscussa eredità.
Dopo secoli di utilizzo intermittente, la rinascita moderna delle terme iniziò nel 1883, raggiungendo l'apice durante la seconda guerra mondiale. Dichiarate terme reali nel 1922 da re Alessandro I Karađorđević – le cui visite spinsero la costruzione dell'Hotel Jugoslavija all'ingresso della città – le strutture subirono una trasformazione che rese Kuršumlijska Banja, insieme a Prolom e Lukovska, all'interno dello stesso comune, una delle principali destinazioni di cura della Serbia. Nel 1930, l'energia elettrica scorreva per le sue strade, l'acquedotto pubblico riforniva la maggior parte delle case e i bagni di vapore sfruttavano sorgenti con temperature variabili dai 14 ai 64 gradi Celsius. Una scuola elementare di quattro classi, in seguito dichiarata monumento culturale, accoglieva i figli delle famiglie che erano emigrate principalmente alla fine del XIX secolo dal Kosovo, da Kopaonik e da Šumadija, portando con sé le celebrazioni della Slava di Đurđevdan, Sant'Elia e San Tommaso Apostolo.
Il culmine delle terme fu raggiunto nel 1941, sull'orlo di un conflitto globale. Prima della Seconda Guerra Mondiale, il centro di riabilitazione della città, in seguito ribattezzato Žubor, era stato inaugurato nel 1982 con un investimento di diciassette milioni di marchi tedeschi, comprendendo circa 95.902 metri quadrati di strutture, tra cui Villa Milica, il ristorante Prepolac e padiglioni ausiliari adiacenti alle sorgenti geotermiche. Piscine olimpioniche, vasche da bagno, saune e alloggi per cinquantamila visitatori annuali conferivano a Kuršumlijska Banja sia una destinazione per la convalescenza che un'attrattiva ricreativa. Le acque termali riscaldavano le abitazioni attraverso una rete di condutture, rendendo la città un'oasi di benessere autosufficiente.
La fine della guerra portò alla gestione jugoslava e a una momentanea espansione; Žubor impiegava 130 lavoratori e offriva 250 posti letto, ma all'inizio degli anni 2000 emerse una controversia sulla proprietà. Le partecipazioni statali parziali nell'ambito del Fondo di assicurazione pensionistica e di invalidità (Fondo PIO) si scontrarono con le rivendicazioni private di "Žubor", mentre le tasse non pagate per anni di occupazione della polizia portarono a ulteriori contenziosi. Una sentenza del tribunale del 2012 a favore dello Stato fece ben poco per la ripresa delle attività; nel 2018, il complesso termale giaceva abbandonato, con le sue infrastrutture in rovina e un'edilizia residenziale endemica lungo il suo perimetro. I tentativi di mettere all'asta il centro nel 2018 e di nuovo nel 2019 a prezzi ridotti non incontrarono alcun offerente, nonostante una scala mobile che portasse il bene a meno di due milioni di euro.
Una nuova offerta è emersa nel febbraio 2020, quando Planinka – già amministratore di Prolom e Lukovska Banja, nonché di un impianto di imbottigliamento e del parco di Đavolja Varoš – ha acquisito le terme per 1.415.836 euro. L'operazione, approvata con decreto governativo, prometteva un investimento di 10-12 milioni di euro per ripristinare la funzionalità entro la fine del 2020 o l'inizio del 2021. Tuttavia, i rapporti investigativi avrebbero successivamente smascherato la vendita come sintomo di clientelismo politico: le modifiche legislative del 2014 avevano rimodellato il consiglio di amministrazione del Fondo PIO, aprendo la strada a imprenditori vicini allo Stato per assicurarsi beni a tassi inferiori a quelli di mercato, mentre successivi sussidi per 2,5 milioni di euro – l'80% in più rispetto al prezzo di acquisto delle terme – sono arrivati mesi prima che il complesso passasse di mano. Il Consiglio anticorruzione, nel gennaio 2021, ha condannato l'intero processo come invischiato in corruzione organizzata e ha sollecitato l'annullamento del contratto.
Nonostante le controversie, la ricostruzione è iniziata nel 2020. L'Hotel Jugoslavija è stato ripensato come un moderno hotel con spa da 300 posti letto, con la sua struttura preservata ma avvolta da nuove fondamenta, due piscine, un centro benessere, il Bagno Reale e il ristorante Prepolovac restaurato. Villa Milica ha riacquistato la sua grazia ottocentesca e sull'altopiano dove un tempo le sorgenti si coagulavano in bagni di fango sorgeva una statua di Igea, dea greca della salute. Nell'aprile 2022, il Primo Ministro Ana Brnabić ha esaminato il sito e ne ha annunciato l'apertura per settembre; successive revisioni hanno previsto l'inaugurazione prima per fine anno e poi per febbraio 2023, quando il complesso ha adottato il nome Planinka.
Mentre Kuršumlijska Banja rivendica la sua identità terapeutica, i confini amministrativi della città persistono. Designata sia come insediamento urbano che come sede di una comunità locale, comprende nove villaggi limitrofi – Vrelo, Vukojevac, Dabinovac, Krtok, Ljuša, Tačevac, Tijovac, Trmka e Šatra – la cui popolazione complessiva è scesa da 3.836 abitanti nel 1953 a 440 nel 2011. Vukojevac e Tačevac sono stati completamente abbandonati entro il 1991 e il 2002, mentre Šatra e Ljuša, un tempo più popolose delle terme stesse, ora contano meno residenti delle otto frazioni della città: Centar, Crkvište, Vrelo, Zdravkovići, Ivanovići, Arsići, Vukadinovići e Markovići.
Il declino demografico è stato un ritornello costante dalla metà del XX secolo. Da un picco di 485 abitanti nel 1953, Kuršumlijska Banja è scesa a 106 nel 2011. La scuola elementare che, nel 1961, ospitava 700 alunni con alloggi e cucina, ha chiuso nel 2022; gli ultimi alunni ora si recano a Kuršumlija per le lezioni. Un centro sanitario comunitario e un ufficio postale, seppur scarsi, permangono, ma il numero di famiglie conta solo 55 persone, con una media di 2,75 membri e una popolazione adulta di 125 persone, con un'età media di 43,9 anni (40,2 per gli uomini, 47,3 per le donne). Etnicamente omogeneo, l'insediamento è prevalentemente serbo e i suoi residenti rimanenti mantengono salde le tradizioni agricole che nel 1991 sostenevano solo il 16,8% della popolazione.
Al di là del suo contesto edilizio e sociale, le fondamenta geologiche di Kuršumlijska Banja rimangono la sua risorsa principale. Sorgenti termali con temperature comprese tra 14 e 64 °C convogliano in bagni pensati per il trattamento muscolo-scheletrico e le terapie per la sterilità, integrati da peloide estratto da antichi pozzi di fango. La sinergia di acqua e fango, unificata da millenni di pressione termale, consolida la promessa rigenerante delle terme. Una nuova strada in costruzione sul monte Radan mira a collegare Kuršumlijska Banja con Justiniana Prima, Sijarinska Banja, Prolom Banja, Đavolja Varoš, Lukovska Banja e il sito archeologico di Pločnik, ricollocando così le terme al centro di un circuito regionale di patrimonio e benessere.
La storia di Kuršumlijska Banja è quindi un intreccio di geologia e geopolitica, di vestigia imperiali e mecenatismo reale, di investimenti sociali del dopoguerra e di contestazioni post-socialiste. Permane sia come deposito che come rifugio, un insediamento compatto il cui terreno e le cui sorgenti hanno attirato imperatori e cittadini comuni. Mentre la ricostruzione rimodella padiglioni malconci e rianima i bagni di fango, la città è pronta a conciliare il suo presente spopolato con la promessa di rinnovamento inscritta in ogni goccia di acqua minerale e in ogni piastrella di affresco restaurato. In questa convergenza tra passato e futuro, Kuršumlijska Banja rimane, soprattutto, una testimonianza della persistenza del luogo.
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